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Politica
Ilaria Salis candidata alle Europee: l'ennesimo pastrocchio della Sinistra
Elly Schlein Roberto Salis Ilaria Salis

Caso Salis, il padre Roberto: "Ilaria assume questa decisione non come via di fuga dal processo ma per poterlo affrontare nella piena tutela dei suoi diritti"

Sembra proprio che la sinistra non ce la faccia a rispettare regole e leggi. Il professor Luciano Canfora insulta la premier ma poi non vuole pagarne le conseguenze e mobilita addirittura una raccolta firma su Libération, il giornale simbolo della gauche caviar francese. Nonostante questo è stato comunque rinviato a processo. Gli studenti spaccano le Università ma se li si arresti si grida alla lesa maestà. Ora il caso di Ilaria Salis, accusata di gravi fatti in Ungheria e tenuta in catene a Budapest.

Subito dopo la vicenda sono cominciati gli appetiti elettorali del Partito democratico tramite la sua segretaria Elly Schlein che aveva incontrato qualche tempo fa il padre Roberto Salis ma non se ne era fatto niente, anzi i due hanno pure bisticciato. Ma l’iperattivismo familiare ha condotto ieri ad annunciare –da parte dei Verdi e Sinistra (Avs)- la candidatura della Salis per le Europee.

Roberto Salis non capisce che così facendo -e cioè politicizzando la vicenda umana della figlia- sta mettendo a rischio la sua sicurezza. Tra l’altro, in questo modo, ha anche “bruciato” l’intervento che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva fatto a favore della prigioniera, esponendolo a critiche di essere coinvolto nel gioco politico.

Dal canto suo la sinistra non è nuova ad atti del genere. Basti solo pensare a quando fu candidato dai Radicali il professor Toni Negri, accusato di terrorismo, che in seguito scappò in Francia dove insegnò pure all’Università.

Roberto Salis ieri ha dichiarato: “Ilaria assume questa decisione non come via di fuga dal processo ma per poterlo affrontare nella piena tutela dei suoi diritti. La strada politica decisa è la più coerente con il suo trascorso politico”. Così dicendo però conferma appunto la natura politica del suo agire che con la giustizia non dovrebbe entrare per nulla. Non si capisce poi perché per potere affrontare un processo “in piena tutela dei suoi diritti” una persona deve essere eletta al Parlamento europeo. L’idea che si tratti solo di un escamotage privilegiato per tirarla fuori dal carcere regna sovrana. Peccato che nelle carceri di tutto il mondo ci siano tanti altri prigionieri italiani che non chiedono altro che uscire ma che non hanno la politica pronta a salvarli.

La stessa premier Giorgia Meloni ha fatto notare che la “politicizzazione” della vicenda non sia la strada giusta per risolverla. Irritare l’Ungheria, che vede tutta la vicenda come un attacco alla sua sovranità, non è proprio una strategia geniale, diciamo così. Anche perché l’eventuale elezione a Strasburgo non le garantirà l’immediata ed automatica liberazione.

Il duo Bonelli – Fratoianni quindi colpisce ancora, essendosi preso una pausa dagli attacchi giornalieri al Ponte sullo Stretto. Quello che colpisce è che solo l’altro ieri, Nicola Fratoianni, in piena linea togliattiana, negava pateticamente qualsiasi possibilità di candidatura della Salis, salvo smentire tutto neppure 24 ore dopo. Solita doppiezza. Nulla cambia sotto il sole.

LEGGI ANCHE: Europee, Salis si candida con Verdi e Sinistra: la conferma di Fratoianni






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