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Roma
Stadio della Roma, ora spunta un bosco: frenata per il progetto a Pietralata
L'area dello stadio con il bosco da 800 alberi

Le operazioni di carotaggio da parte dei tecnici dell'As Roma sono ferme da due settimane e ora spunta un nuovo problema sulla strada che porterebbe alla costruzione dello stadio della Roma. Nell'area di Pietralata, infatti, sono in corso delle verifiche per appurare l'effettiva presenza di un bosco, come denunciato più volte dai comitati contrari al progetto.

Bosco che sarebbe vincolato da normative nazionali ed europee. 

Un bosco a Pietralata

La notizia è stata diffusa su X dal giornalista Alessio Di Francesco, della redazione di Radio Roma Sound 90 FM. A chiedere il sopralluogo - che potrebbe non essere l'unico - sono stati i comitati che da mesi combattono perché il progetto dell'impianto non venga portato a termine, a discapito di quello di un parco come previsto da decenni nella stessa area. Secondo i cittadini è presente un'area definibile come boschiva, quindi da tutelare. 

Il sopralluogo scortato

Alle richieste insistenti, è seguita la decisione di Roma Capitale di inviare i propri tecnici accompagnati da quelli dell'As Roma e dai militari del nucleo operativo forestale dei carabinieri. A quanto si apprende, nel rispondere alle sollecitazioni dei comitati, il Comune aveva sottolineato che "nel caso di specie il piano territoriale paesaggistico regionale (Ptpr, ndr) non ha rilevato nell’area un bosco meritevole di tutela e per tanto non sussiste vincolo paesaggistico ex lege". In ogni caso, per fugare ogni dubbio, l'amministrazione ha scelto di assecondare le richieste dei cittadini e andare a vedere coi propri occhi. 

"Esiste un'area verde vincolata"

"Ad oggi noi non sappiamo nulla - spiegano dal comitato Si al parco Si all'ospedale No allo stadio - , il sopralluogo c’è stato, ma non siamo stati coinvolti. Probabilmente ne faranno un secondo. Per noi lì ci sono dei vincoli boschivi in base alla normativa vigente. Fino ad oggi il Comune non l’ha mai voluto riconoscere. Abbiamo segnalato più volte al corpo forestale e al Noe l’esistenza di quest’area, tutelata dalla legge italiana e dalla comunità europea, ed evidentemente abbiamo toccato un punto dolente, se hanno chiesto questo sopralluogo".

Il Campidoglio nega

Per i contrari allo stadio, il richiamo del dipartimento programmazione e attuazione urbanistica al piano paesaggistico regionale non reggerebbe: "Continuano a dire che per il Ptpr quel bosco non c’è - confermano dal comitato - . Ma la normativa prevede che, in caso di richieste da parte di qualsiasi soggetto, si debba procedere alla verifica. Cosa che avrebbero dovuto fare già al momento dell’indizione della conferenza dei servizi. Evidentemente qualcuno il dubbio se l’è posto, perché ad oggi autorizzazioni per il taglio di alberi non ce ne sono e ce lo hanno anche confermato dagli uffici. Se si confermasse l’esistenza di un'area boscata, tutto ciò che è stato raccontato finora sull’inesistenza di un’area verde e la necessità di riqualificare un’area degradata, verrebbe a decadere".

Nuovo vertice

Potrebbe essere necessario un secondo sopralluogo. Solo dopo la stesura di un verbale, i proponenti (l'As Roma) e il Comune decideranno come proseguire. Di certo questo non è il primo intoppo che si è presentato nel percorso di realizzazione dello stadio della Roma. Già settimane fa la Soprintendenza ha chiesto di tutelare alcuni rinvenimenti archeologici, tra questi un'antica cisterna che si trova proprio nell'area dove dovrebbe sorgere l'impianto che sarà la nuova casa dei tifosi giallorossi. L'ente ha chiesto di perimetrare l'area in attesa di nuovi sopralluoghi che potrebbero esserci prossimamente. 

Gli 800 alberi

C'è di più. A inizio marzo, a fronte di un accesso agli atti dei comitati anti-stadio, il Comune aveva reso pubblici dei carteggi dai quali emerge la presenza di centinaia di alberi proprio nell'area dell'impianto. Come è possibile vedere, ci sono circa 800 cerchietti verdi e rossi, rispettivamente gli alberi individuati tramite “fotointerpretazione”, quindi verosimilmente con foto aeree, e quelli “classificati” vale a dire verificati senza ricorrere alle immagini dall’alto. Di tutti questi, secondo il Comune almeno un'ottantina dovrebbero essere abbattuti “per l’esecuzione delle indagini archeologiche" in deroga al regolamento del verde che li tutela.







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