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Politica
"Draghi presidente della Commissione Ue. Calenda va da solo? Autolesionista"
Alessandro Cecchi Paone

"In Europa è necessaria un'alleanza, come c'è già stata, fra liberali, popolari, socialisti e verdi per un’Unione più federale, forte, sicura, libera e liberal"

"Sicuramente sosterremo Mario Draghi come Presidente della Commissione. Lo sosterremo  come Stati Uniti d'Europa e come Renew Europe, che è il nostro punto di riferimento nel Parlamento europeo con Macron e gli altri gruppi liberaldemocratici che sono presenti a Bruxelles. Mi auguro che venga sostenuto anche dal Governo italiano". Lo afferma in un'intervista ad Affaritaliani.it Alessandro Cecchi Paone, candidato alle elezioni europee con Stati Uniti d'Europa. La corsa solitaria di Carlo Calenda? "E' stata una scelta inaspettata, incomprensibile e autolesionistica".

L'INTERVISTA

Perché ha scelto di candidarsi con gli Stati Uniti d'Europa di Matteo Renzi e non Carlo Calenda?
"È stata Emma Bonino, che seguo da 25 anni in tutte le sue iniziative elettorali e nelle battaglie per i diritti civili, a chiedermi di mettermi in gioco direttamente come candidato. Non potevo dire di no a Emma, anche perché la mia storia personale è contrassegnata dall'idea  dell'Europa unita. Sono mazziniano fin da ragazzo e sono stato tra i fondatori dei giovani del Movimento federalista europeo alla fine degli anni ’70. Quando i miei coetanei liceali si  ammazzavano negli scontri tra fascisti e comunisti, noi marciavamo con le bandiere del Movimento federalista europeo per chiedere l'Unione europea perché all'epoca c'era ancora la Comunità economica. Da allora qualche passo avanti lo abbiamo fatto, ma l’Europa unita e federale è un destino che, nonostante le difficoltà e le temporanee battute d’arresto, procede e prosegue".

Non crede sia stato un errore dividere il fronte centrista che poi in Europa andrà nello stesso gruppo di Renew Europe?
"Quella di Calenda è stata una scelta inaspettata, incomprensibile e autolesionistica.  A febbraio, quando per scelta di tutti i leader coinvolti ho guidato la convention che ha dato vita a Stati Uniti d'Europa come lista unica erano presenti tutti: ovviamente Emma Bonino che l’ha lanciata, Matteo Renzi, i socialisti, i libdem di Marcucci, e anche Carlo Calenda. Poi, improvvisamente, Calenda ha voluto fare corsa da solo, facendo un grande danno alla lista e anche a se stesso, ma soprattutto all'ideale che insieme volevamo e vogliamo realizzare con Stati Uniti d'Europa".

Come deve cambiare l'Unione europea e quale riforme sono necessarie?
"Dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti. Le istituzioni europee hanno bisogno di una ripartenza, di un “secondo tempo” che ci conduca ad un’unificazione reale e efficace della politica estera, quindi di un’unica politica di difesa con un esercito comune, e un’unica politica fiscale. Non ha senso che qualcuno possa ‘alleggerire’ il carico fiscale muovendosi all'interno dei paesi dell'Unione sfruttando le asimmetrie attuali. Dobbiamo arrivare anche ad una unica politica sanitaria comune, che è indispensabile come abbiamo visto durante la pandemia, ma non deve essere uno strumento limitato alle grandi emergenze come il Covid. E soprattutto, c’è l’assoluto bisogno di un’Unione Europea dei diritti civili come pilastro della cittadinanza comune: non dovrà essere più possibile che paesi come l’Ungheria e, temo l’Italia meloniana, attacchino e limitino i diritti delle minoranze".

Mario Draghi sarebbe un ottimo presidente della commissione europea e andrebbe sostenuto anche dal governo italiano?
"Sicuramente sosterremo Mario Draghi come Presidente della Commissione. Lo sosterremo  come Stati Uniti d'Europa e come Renew Europe, che è il nostro punto di riferimento nel Parlamento europeo con Macron e gli altri gruppi liberaldemocratici che sono presenti a Bruxelles. Mi auguro che venga sostenuto anche dal Governo italiano, anche se, nonostante le dichiarazioni, il Governo Meloni è falsamente draghiano, dal punto di vista dei valori, della formazione politico culturale, delle scelte concrete. Quello che conta in politica, però, è il risultato. Quindi tutto è utile affinché Draghi diventi Presidente della Commissione".

Come valuta la candidatura di Giorgia Meloni e di altri leader come Elly Schlein e Antonio Tajani che comunque non andranno in Europa non è una sorta di presa in giro nei confronti degli elettori?
"Direi che si tratta di grave equivoco nel senso che fa credere agli elettori che questa sia un'elezione con una valenza nazionale, una specie di pseudo campagna elettorale per le elezioni politiche. Non è la prima volta che ciò accade ed è un cattivo costume del nostro paese a cui noi non ci prestiamo. Emma Bonino è la nostra capolista e punto di riferimento perché non è in nessun modo coinvolta nelle istituzioni italiane quindi dedicherà interamente il proprio tempo, come il sottoscritto se verrà eletto, alla causa degli Stati Uniti d'Europa. Gli altri leader invece stanno cercando di misurarsi dal punto di vista della politica interna. Credo che ciò sia un danno per il Paese e per l’Europa".

Stati Uniti d'Europa in prospettiva può e deve guardare a un'alleanza con il Pd? Esclude intese politiche con il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte?
"Se crediamo davvero all’autentico valore della consultazione elettorale che ci aspetta non possiamo e non dobbiamo ragionare con logiche legate all’orizzonte delle schermaglie nazionali. Stati Uniti d'Europa guarda alla dimensione continentale, al dovere che abbiamo di costruire un futuro per i nostri figli e dei nostri nipoti in una prospettiva europea. In Europa, indubbiamente è necessaria un'alleanza, come c'è già, stata fra liberali, popolari, socialisti e verdi per un’Unione più federale, più forte, più sicura, più libera e più liberal. Il tema poi dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle ritengo sia un problema del PD e della Schlein. Non è certo un problema nostro".






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