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Cronache
Telefoni impossibili da intercettare: ecco come fare, Sim nel mercato illegale

Così le sim clonate finiscono nel mercato illegale

Un‘indagine della Polizia di Stato svela l’arcano di un sistema che parte da San Marino e finisce in molte città italiane. Alcuni giorni fa, dopo un’indagine di mesi, condotta dalla Squadra mobile di Rimini, la Procura della Repubblica dell’omonima città Romagnola e le autorità di San Marino, hanno effettuato delle perquisizioni nella città del Titano scovando un sistema in grado di creare Sim truccate.

Neanche l’autorità giudiziaria può risalire alla persona che parla allo smartphone e che invia messaggi. Ma non per un sofisticato artificio tecnologico, protezioni particolari dello smartphone, potenti algoritmi di crypting, bensì per l’ingegnosità di un sistema che lo ha reso possibile. Un espediente tutt’ora attivo per molte centinaia di persone in Italia e non si sa da quanti anni.

Funziona così: un malcapitato qualsiasi si reca da un negoziante che vende Sim per cellulari o smartphone, di un qualsiasi gestore telefonico, e ne acquista una. Ma chi vende non abilita solo una Sim telefonica al malcapitato, bensì tre, quattro, cinque schede Sim. All’acquirente viene consegnata la scheda richiesta mentre le altre Sim vengono messe da parte dal negoziante e finiscono in un mercato illegale in cui le schede Sim vengono vendute a prezzi maggiorati, dai 100 ai 300 euro, a soggetti terzi che si vogliono camuffare, nascondere o che non vogliono essere intercettati. I documenti dell’ignara vittima sono serviti ad attivare altre Sim registrate con indirizzo di residenza falso oppure mail errata o con dati identificativi diversi dall’originale.

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Così il rivenditore vende queste Sim a uno spacciatore o a chiunque abbia intenzione di rendere difficile il tracciamento da parte delle forze dell'ordine e dei gestori telefonici. Anche questi ultimi non possono identificare la persona che utilizza la Sim: non sanno chi sia.

Per ora non sono stati individuati reati tali che possano far pensare ad un utilizzo del sistema da parte della criminalità organizzata ma è palese che un meccanismo del genere sia una manna dal cielo per spacciatori, criminali comuni e faccendieri. Cosa facciano delle schede gli utilizzatori finali per ora non è oggetto dell'indagine giudiziaria, anche se appare facilmente comprensibile che i multipli di Sim vengano venduti ed utilizzati per fini illeciti. Una pratica, questa in oggetto, diffusa in un altro settore, cioè in guerra nel controspionaggio.

Le indagini guidate dal sostituto procuratore di Rimini Davide Ercolani e dirette dal dirigente della Squadra Mobile della Polizia Marco Masia hanno accertato che negli ultimi anni sarebbero molte centinaia i casi in essere, al punto da poter parlare di una serie di centri che hanno sviluppato questo espediente. La previsione degli inquirenti è che l’indagine, partita da Rimini, presto interesserà altre Procure italiane. I reati ipotizzati per ora sono: truffa, falso, falso materiale, ricettazione, sostituzione di persona e trattamento illecito di dati personali.

Anche un’attività di vendita al dettaglio situata in San Marino, Punto Spy, è stata oggetto di sequestri di vari materiali, comprese le schede telefoniche. Parliamo di un centro specializzato nella vendita di strumenti e accessori per la sicurezza e lo spionaggio, esercizio al dettaglio e punto di riferimento di investigatori privati e operatori della sicurezza di tutto il centro Nord.

Le persone coinvolte si sono dichiarate pronte a collaborare con l’autorità giudiziaria e si sono messe a disposizione delle Procure per fornire elementi all’indagine, anche perché alcuni di loro sostengono che la legislazione sammarinese, diversa da quella italiana, possa aver creato un’incomprensione di fondo.

Al momento tra gli indagati ci sarebbero cinque persone, tra fruitori del sistema e creatori delle schede Sim. Ma siamo solo agli inizi di un’inchiesta che gli inquirenti fanno capire si aprirà ad altre città italiane, visti la diffusione e l’utilizzo del sistema dei “telefoni sicuri”.

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