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Cronache
Falcinelli, gli sfottò della polizia Usa: "Marcirai dentro, non hai diritti"
Matteo Falcinelli

Caso Falcinelli, la ricostruzione delle torture e tutto quello che ancora non torna

Matteo Falcinelli, il ragazzo 25enne di Spoleto arrestato la notte tra il 24 e il 25 febbraio scorso a Miami, non è stato solo torturato dalla polizia statunitense, come hanno mostrato le immagini delle telecamere, ma stando alle ricostruzioni fatte e alle dichiarazioni dello stesso ragazzo - riportate da Qn - sarebbe stato anche deriso dagli agenti in carcere. E anche quando gli amici contattano la madre e versano i 4.000 dollari per liberarlo, a lui non viene comunicato se non a distanza di quasi un giorno. Nel frattempo - scrive Il Corriere della Sera - gli viene assegnato in cella il posto di sopra di un letto a castello, dove però fa fatica a salire per le ferite alle mani e ai piedi. Non viene visitato da un medico. È stanco e ferito, chiede una coperta e un cuscino che gli vengono negati irridendolo: "Rimani qui, non andare via". E ancora: "Marcirai in prigione, qui non hai diritti", sventolandogli la carta di identità davanti.

Leggi anche: Falcinelli, la madre: "Si sveglia di notte e urla. Non è più lui, ha problemi"

C’è infatti un intero capitolo delle vessazioni paragonabili a torture che il ragazzo ha raccontato e sul quale la madre Vlasta Studenicova e i legali statunitensi e italiani stanno raccogliendo materiale da includere in una denuncia. Un lavoro - prosegue Il Corriere - assai delicato perché in base alle ipotesi formulate ci si deve rivolgere a uno specifico ufficio giudiziario e quindi va calibrato bene il tiro per non sprecare tutto il lavoro fatto. Emergono dettagli anche realtivi ai giorni successivi alla liberazione. Una volta libero, vomita e collassa, va in una clinica psichiatrica perché a rischio suicidio, poi, dopo altri cinque giorni, torna al suo alloggio dove si trova con la madre e il fratello. La mamma ora lo descrive "commosso per tutto il sostegno che sta ricevendo".

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